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COME e PERCHE’

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La tecnica che sostiene le sessioini di lavoro che conduco ha radici molteplici, ma in particolare è basata soprattutto su due strumenti:

la danzaterapia secondo il metodo di Maria Fux e la Danza Sensibile di Claude Coldy.

Entrambe si rivolgono a a tutti coloro hanno identificato nel corpo uno strumento di ricerca ed evoluzione personale o artistica.

Questo accesso al nostro Corpo spesso coincide infatti con la liberazione e la riscoperta di risorse sopite che permettono alle persone di incarnarsi in modo più radicato e consapevole nella relazione con se stessi, con il mondo e con la propria vita.

In particolare lo sguardo della Danza Sensbile sostenuto dall’approccio danzaterapeutico crea una modalità particolare di accesso al movimento che apre mondi e spazi sconosciuti e accessibili per tutti. Nell’utilizzo della Danza Sensibile si fa infatti appello all’essenza di questa tecnica di cui si può dire quanto segue:

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“La Danza Sensibile non è una forma. E’, piuttosto, incarnare uno stato dell’anima di ascolto, pace contemplazione e vita.

La Danza Sensibile è incontrare rispettosamente, nell’Umiltà, che è l’Essenza dell’Essere Uomo, la Vitalità, che è l’Essenza del Divino, cioè incarnare l’Unità attraverso il Corpo.”( I.N.)

 

A distanza di molti anni resto infatti ancora dell’idea che serva questa complessità evocativa per cogliere l’essenza della pratica della DS®.

Si può infatti affermare che la DS®, nata dall’incontro e della ricerca di Claude Coldy, danzatore contemporaneo, con Jean Louis Dupuy e Marie Guyon, entrambi osteopati, permetta a molte persone (di qualsiasi età e condizione fisica), di sperimentare il Corpo come luogo di relazione e rivelazione, delle radici, delle potenzialità e dei bisogni della Persona stessa.

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E’ piuttosto riduttivo scrivere di una pratica che vive e nutre la complessità della trasformazione continua della Persona, una pratica che nasce dall’anatomia e ne fa poesia, ispirandosi all’amorevolezza rispettosa e sempre stupita per il miracolo del Corpo, pertanto queste che seguono possono considerasi solo alcune delle linee fondamentali che sostengono la DS®, che è un processo dinamico sempre in vita ed evoluzione. Le linee attorno a cui la pratica si organizza sono molteplici e tra queste possiamo identificare:

  • L’ascolto e il tocco

  • La motilità (che si amplifica generando una mobilità consapevole)

  • La consapevolezza del proprio movimento, ovvero la capacità di abitare ed agire il proprio corpo consapevolmente

  • Il ruolo e il senso dell’incarnare un’intenzione nell’agire un movimento

  • La danza come atto comune a tutti gli esseri viventi, di qualsiasi età condizione e cultura,

  • Il movimento danzante inteso come atto naturalmente complesso che risulta dall’organizzarsi sincrono delle funzioni di aprire/orientare/portare

  • Il tempo organico del respiro dei tessuti, sia esso respiro primario osteopatico o respiro fisiologico diaframmatico, come matrice della memoria embrionale e del movimento interno che sostiene e rende possibile il manifestarsi di un movimento esterno danzante, nel rispetto e nell’ascolto della fisiologia.

 

Grazie a questa organica complessità aderente all’essenza dell’Essere la pratica si rivela funzionale ed efficace per essere integrabile nelle situazioni più varie, dal contesto formativo aziendale a quello clinico o del benessere.

Nella DS® il Corpo attraverso la Danza esplora il Tempo assoluto: il proprio tempo, tempo che si rivela tempo di relazione e di ascolto verso se stessi, verso lo spazio circostante e verso gli altri. Non si tratta di fare ma di sentire e permettere.

Strumento principe al servizio di questo progetto, è un sentire che si manifesta attraverso tutti i sensi possibili: il tocco, il suono, il corpo a contatto con la terra.

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E’ infatti proprio l’ascolto della Terra che sostiene e porta, nella sua fisicità, che favorisce e permette l’incontro con una nuova qualità: fiducia in se stessi e negli altri, attraverso la percezione chiara delle proprie radici, luogo di stabilità primaria.

Elemento correlato all’ascolto e ancor più al contatto è il suono. L’onda sonora è infatti un tocco assai preciso e profondo che non solo ci raggiunge, ma anche ci attraversa e incontra intimamente. Siamo fatti di musica, dunque l’elemento musicale e sonoro nella DS® non è casuale, non si tratta di un suono di “accompagnamento” e nemmeno di un ritmo direttivo, è piuttosto un materiale profondamente evocativo di spazi aperti e dilatati, con una connotazione temporale aperta, lontana da facili lirismi didascalici ed emotivi.

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Dal punto di vista emozionale e psicofisico gli utenti testimoniano di avere riconosciuto i seguenti cambiamenti:

  • ricontattare la gioia del corpo come luogo di accesso alla relazione con se stessi e con gli altri

  • sperimentare il proprio corpo come strumento di creatività, gioco ed evasione

  • scoperta del piacere della lentezza: un tempo spazio di rilassamento che apre nuovi modi di vivere con se stessi e con gli altri, correlata ad una migliore consapevolezza della propria identità e del proprio potenziale

  • una diversa qualità di respiro che apre nuovi modi di sentire, essere e fare

 

Dal punto di vista fisico gli utenti con problematiche di dolore cronico o motorio testimoniano di avere riconosciuto i seguenti cambiamenti:

  • vivere l’esperienza del proprio corpo come strumento non solo di dolore ma anche di creatività, gioco ed evasione

  • vivere momenti di Ben Essere e consapevolezza delle possibilità dimenticate ed ignorate del proprio corpo;

  • riscoperta di proprie capacità e libertà di movimento ritenute impossibili: libertà, felicità e sorrisi si accendono

  • capacità di eseguire compiti e azioni che erano divenute nel tempo impossibili

  • diminuzione temporanea del dolore e diminuzione dei farmaci assunti​

  • lo spazio del corpo anche nella malattia come luogo di autonomia, autoaffermazione e forza ma anche di tenerezza, ascolto e dolcezza.

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